Carissimə amicə della Gang del Pensiero,

in corsa come treni dopo il piacevole sconvolgimento di io leggo perché, siamo qua per ricordarvi due appuntamenti in libreria, con due tipacce mica da ridere.

Dopodomani venerdì 17 novembre alle 18.00, la nostra beniamina Enrica Tesio che ci racconta cose del suo romanzo I sorrisi non fanno rumore, appena uscito per Bompiani.
C’è bisogno che vi diciamo qualcosa su Enrica? No, secondo noi no, la amate tuttə già abbastanza.

Per l’incontro non c’è prenotare, male che vada ci incastriamo sugli scaffali come a tetris, oppure occupiamo il corso con un bellissimo sit in.

Invece giovedì 23 novembre sempre alle 18.00 ci rivediamo con Lucia Biagi.
Con lei avevamo fatto un incontro bellissimo al Risorgimento su Fai Rumore!, l’antologia di storie a fumetti che era uscita per Il Castoro. Stavolta invece siamo in libreria e viene a parlarci di Punto di fuga, il suo graphic novel che dopo dieci anni è stato ristampato da Diabolo in una nuova edizione.
Un fumetto che affronta senza giri di parole né retorica la storia di una ragazza molto giovane alle prese con una decisione difficile.
Con Lucia chiacchierare di fumetti, adolescenza, dilemmi tragicomici e mille altre cose è sempre facile e spalanca nuovi punti di vista: vi aspettiamo in tantə, portate teenagers ne ne avete sottomano.

Martedì 28 novembre alle 18.30 invece torna l’appuntamento del book club, la nostra Prisca sempre più grande. Stiamo leggendo Ned e la balena di Robbie Arnott, edito NN – anche voi? Non vediamo l’ora di sapere che cosa ne pensate.

A quello che viene dopo il 28 novembre un po’ non vogliamo ancora pensare, ma se avete transitato dal negozio nelle ultime settimane vi sarete sicuramente accortə di alcune oggettistiche, ehm, diciamo, tematiche. E anche alcune storie per bambini con signori barbuti un po’ tondetti e animali nordici dalle grandi corna. Oh, non vi abbiamo detto niente, acqua in bocca amicə!

Come sempre abbracci, vi aspettiamo qui.

“Usa la leggerezza nel sentire anche quando il sentire è profondo”.
Aldous Huxley