In un venerdì che promette neve, niente ci sembrava più adatto di questo pezzettino di Valentina Diana.

La malattia al tempo di Gi

Prima avevo mal di gola e vabbè poi tosse, vado dal medico il medico manco mi guarda mi scrive subito l’antibiotico, torno a casa dico a Gi

m’ha prescritto subito l’antibiotico

e Gi comincia la pappardella che l’antibiotico è una boiata che no, l’antibiotico non ci vuole assolutamente, che il medico è un cialtrone eccetera e io mentre ascolto, prima la pensavo anch’io quella cosa, che l’antibiotico non ci vuole ma poi, ascoltando Gi, la veemenza e tutta la convinzione di Gi nel dire no all’antibiotico, mi viene il dubbio, che forse, l’antibiotico ci vuole.

Allora dico sì, ma con poca convinzione e dico

Magari lo prendo, lo metto lì, ma senza usarlo.

Figurati Gi, ha subodorato subito e allora si è messo a tuonare, guarda qua, lo dice anche internet che l’antibiotico per le forme virali non serve, eh dico io, ma metti che la mia non è una forma virale che ne sai.

Impossibile

dice Gi, è una forma virale, l’ho avuta anch’io.

Ma che ne sai se la mia è uguale alla tua eh, che ne sai.

Allora Gi si offende, e comincia a insultare pure mia cugina, che gli ho portato ad esempio per dire che lei mi ha detto che anche lei aveva la tosse, e non voleva prendere l’antibiotico, ma poi alla fine l’ha preso, su consiglio del dottore, e subito dopo il primo pastiglione, neanche un’ora dopo, stava già meglio.

Brava, dice Gi, fatti influenzare da tua cugina e dice tua cugina, se non avesse preso l’antibiotico, sarebbe guarita lo stesso, che quello era si vede il giorno che doveva guarire.

E poi dice

Riguardati piuttosto. Non uscire. Non prendere freddo e stai in casa.

E il cane chi lo porta? E tutte le cose chi le fa?

Porta il cane ma per il resto stai in casa.

Allora poi viene fuori che non gli va che quando lui non c’è io mi faccia venire degli amanti a portarmi cose, arance, aerosol, o anche solo sedersi e raccontare storie quando lui non c’è.

E viene fuori che io non posso ammalarmi se lui non c’è, e, se mi ammalo, allora devo stare a casa senza però distrazioni, ecco.