Hotel

Io volevo mettere le mie due fette a tostare, ma ce n’erano già altre due più una, e la tostiera ha quattro fessure.

Quindi ne ho messa una, e sono stata a guardare senza tornarmene al tavolo.

Stavo in piedi, nei dintorni della tostiera, per controllare la mia fetta, ma anche per tenermi pronta, se il proprietario delle tre fette fosse venuto a prendersele, a infilare la mia seconda.

È arrivato un signore, sulla sessantina, ha dato un’occhiata alla situazione, ha controllato con serietà le sue fette per vedere a che punto erano.

Ho capito che era il padrone solo di due da come le guardava. La terza?

Il signore si è preso le sue due fette e io ho potuto inserire la mia seconda. La mia prima era comunque ancora a metà tostatura perché la tostiera funziona malissimo.

Me ne sto lì, a presidiare le mie fette, e mi accorgo che la terza fetta è ormai tostata.

Mi guardo intorno. Nessuno che venga a controllarla.

Per qualche secondo ho l’impulso di prendere io la terza fetta e lasciare la mia seconda ma non sono sicura perché, se il proprietario fosse nei dintorni e mi vedesse mentre prendo la sua fetta, non so, non so come potrei giustificarmi.

Quelli che approfittano della fiducia altrui per appropriarsi delle loro fette tostate sono poi gli stessi che non ti fanno la ricevuta fiscale, che non riciclano, che se ne fottono del bene comune. 

La terza fetta a questo punto è perfetta, dorata al punto giusto e rischia di bruciarsi.

Allora, con aria disinteressata e responsabile, prendo dalla tostiera la terza fetta e la poso su un piattino, badando a compiere il gesto con la massima apertura senza il minimo disagio.

Voglio che tutti vedano che non ho paura, che mi si veda che sto prendendo la terza fetta, che non è mia, e la sto posando in un piattino.

Perché non la voglio. Non lo sto facendo per me, lo faccio per la fetta.

Perché non vada sprecata. E anche per il proprietario, che forse si è distratto, forse si è dimenticato, o forse si è accorto che la terza fetta era di troppo, che non la voleva più, che poteva lasciarla nella tostiera e forse qualcuno l’avrebbe presa. Qualcuno chi? 

Lascio la terza fetta nel piattino. Prendo le mie due fette leggermente tostate e me le porto al tavolo.

Poi ci ripenso.

Prendo una delle mie due fette e torno alla tostiera.

Scambio la mia fetta con l’altra, più tostata, più buona, perfetta, e con l’aria di una sbadata, che aveva sbagliato fetta ma adesso ha sistemato tutto, me ne torno al tavolo.

Fanculo.